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ITALIA-TRIESTE   "The Game"   © Paolo Siccardi, © Paolo Siccardi - All rights reserved - Tutti i diritti sono riservati. siccardi.walkaboutph@gmail.com © Copyright 2021 - tutti i diritti sono riservati - all rights reserved. art. 70
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ITALIA-TRIESTE
"The Game"
© Paolo Siccardi

© Paolo Siccardi - All rights reserved - Tutti i diritti sono riservati.
siccardi.walkaboutph@gmail.com

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Una frontiera silenziosa e invisibile passa da Trieste. Su quei sentieri tra i boschi del Carso passano ogni giorno decine di migranti, sono siriani, afgani e pachistani.

Ogni giorno percorro i sentieri che tagliano in due i boschi che divide la Slovenia con il Friuli Venezia Giulia nella zona carsica della Valle di San Dorligo e Pesek a sud est di Trieste.
I migranti si muovono a piccoli gruppi di due o tre persone. Invisibili prima di affrontare il viaggio. Di giorno dormono tra le rocce del Carso e preferiscono muoversi di notte tra i boschi per non farsi individuare, quando sono quasi alla fine del loro percorso abbandonano lungo il sentiero i vestiti usati durante il viaggio. Si possono trovare zainetti, sacchi a pelo e indumenti ma soprattutto scarpe consumate e distrutte dalla quantità di chilometri percorsi. Sono le tracce di un passaggio costante e silenzioso che non si è mai fermato. Secondo Frontex nel 2019 sono state 15.152 le persone transitate, mentre tra gennaio ed aprile di quest’anno, gli attraversamenti sulla rotta balcanica sono stati 5.987 passati da Trieste. Il flusso migratorio dei passaggi per la frontiera italiana varia in base alle stagioni, ma può anche raggiungere cinquanta persone al giorno seguendo la fine della rotta balcanica che dalla Turchia, Grecia, li porta ad attraversare la Bosnia fino alla Croazia e poi la Slovenia per finire al confine con Trieste. Ufficialmente la rotta balcanica è stata chiusa nel febbraio del 2016. Il passaggio dalla Bosnia alla Croazia è il più difficile. C’è molto silenzio su quello che succede sulla frontiera orientale e sono numerosi i report delle Ong (agenzie non governative) che denunciano gli abusi da parte della Polizia contro i migranti violando le norme internazionali. I migranti, quando vengono fermati dalla polizia locale sovente vengono picchiati, derubati e rimandati alla frontiere precedente: “push back”, respingimento - così i migranti ci riprovano finché non riescono a passare la frontiera successiva. Ed è per questo continuo respingimento che è stato chiamato: “The Game”, il gioco - ma non è un gioco, è una brutale roulette. Ci provano decine di volte, correndo rischi elevatissimi, fino a quando non riescono a passare per arrivare al termine del viaggio.
I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti 
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
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I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti 
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
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I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
Una famiglia di migranti afgani  con tre bambini piccoli dopo aver attraversato di notte i boschi nella zona carsica  di San Dorligo 
della Valle per arrivare nella città di Dolina, vengono fermati da una pattuglia della Polizia per essere identificati.
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Una famiglia di migranti afgani con tre bambini piccoli dopo aver attraversato di notte i boschi nella zona carsica di San Dorligo
della Valle per arrivare nella città di Dolina, vengono fermati da una pattuglia della Polizia per essere identificati.
Una famiglia di migranti afgani  con tre bambini piccoli dopo aver attraversato di notte i boschi nella zona carsica  di San Dorligo della Valle per arrivare nella città 
di Dolina, vengono fermati da una pattuglia dell’Esercito di “Strade Sicure” per essere identificati.
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Una famiglia di migranti afgani con tre bambini piccoli dopo aver attraversato di notte i boschi nella zona carsica di San Dorligo della Valle per arrivare nella città
di Dolina, vengono fermati da una pattuglia dell’Esercito di “Strade Sicure” per essere identificati.
Una famiglia di migranti afgani  con tre bambini piccoli dopo aver attraversato di notte i boschi nella zona carsica  di San Dorligo della Valle per arrivare nella città 
di Dolina, vengono fermati da una pattuglia dell’Esercito di “Strade Sicure” per essere identificati.
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Una famiglia di migranti afgani con tre bambini piccoli dopo aver attraversato di notte i boschi nella zona carsica di San Dorligo della Valle per arrivare nella città
di Dolina, vengono fermati da una pattuglia dell’Esercito di “Strade Sicure” per essere identificati.
Una famiglia di migranti afgani  con tre bambini piccoli dopo aver attraversato di notte i boschi nella zona carsica  di San Dorligo 
della Valle per arrivare nella città di Dolina, vengono fermati da una pattuglia della Polizia per essere identificati.
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Una famiglia di migranti afgani con tre bambini piccoli dopo aver attraversato di notte i boschi nella zona carsica di San Dorligo
della Valle per arrivare nella città di Dolina, vengono fermati da una pattuglia della Polizia per essere identificati.
Una famiglia di migranti afgani  con tre bambini piccoli dopo aver attraversato di notte i boschi nella zona carsica  di San Dorligo della Valle per arrivare nella città 
di Dolina, vengono fermati da una pattuglia dell’Esercito di “Strade Sicure” per essere identificati.
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Una famiglia di migranti afgani con tre bambini piccoli dopo aver attraversato di notte i boschi nella zona carsica di San Dorligo della Valle per arrivare nella città
di Dolina, vengono fermati da una pattuglia dell’Esercito di “Strade Sicure” per essere identificati.
Una famiglia di migranti afgani  con tre bambini piccoli dopo aver attraversato di notte i boschi nella zona carsica  di San Dorligo 
della Valle per arrivare nella città di Dolina, vengono fermati da una pattuglia della Polizia per essere identificati..
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Una famiglia di migranti afgani con tre bambini piccoli dopo aver attraversato di notte i boschi nella zona carsica di San Dorligo
della Valle per arrivare nella città di Dolina, vengono fermati da una pattuglia della Polizia per essere identificati..
I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti 
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
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I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti 
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
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I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti 
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
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I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti 
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
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I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
Migranti entrati illegalmente sul territorio italiano attraversando la rotta balcanica. Distribuzione di alimenti da parte dei volontari 
dell’Associazione Linea d’Ombra nei giardini antistante alla stazione di Trieste.
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Migranti entrati illegalmente sul territorio italiano attraversando la rotta balcanica. Distribuzione di alimenti da parte dei volontari
dell’Associazione Linea d’Ombra nei giardini antistante alla stazione di Trieste.
Migranti entrati illegalmente sul territorio italiano attraversando la rotta balcanica. Distribuzione di alimenti da parte dei volontari 
dell’Associazione Linea d’Ombra nei giardini antistante alla stazione di Trieste.
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Migranti entrati illegalmente sul territorio italiano attraversando la rotta balcanica. Distribuzione di alimenti da parte dei volontari
dell’Associazione Linea d’Ombra nei giardini antistante alla stazione di Trieste.
Migranti entrati illegalmente sul territorio italiano attraversando la rotta balcanica. Distribuzione di alimenti da parte dei volontari 
dell’Associazione Linea d’Ombra nei giardini antistante alla stazione di Trieste.
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Migranti entrati illegalmente sul territorio italiano attraversando la rotta balcanica. Distribuzione di alimenti da parte dei volontari
dell’Associazione Linea d’Ombra nei giardini antistante alla stazione di Trieste.
I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti 
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
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I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
Frontiera con la Slovenia
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Frontiera con la Slovenia
Il sentiero in mezzo al bosco che dalla frontiera slovena passa attraverso la zona carsica  di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina. 
Il cartello indica a 300 metri la frontiera virtuale non controllata.
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Il sentiero in mezzo al bosco che dalla frontiera slovena passa attraverso la zona carsica di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina.
Il cartello indica a 300 metri la frontiera virtuale non controllata.
Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti  sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica  
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina
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Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina
Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti  sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica  
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina
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Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina

Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti  sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica  
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina
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Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina

Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti  sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica  
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina
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Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina

Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti  sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica  
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina
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Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina

Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti  sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica  
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina
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Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina

Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti  sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica  
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina
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Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina

Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti  sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica  
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina
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Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina

Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti  sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica  
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina
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Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina

Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti  sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica  
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina
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Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica
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di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina
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Vestiti, scarpe e oggetti abbandonati dopo il passaggio dei migranti sul sentiero che dalla frontiera slovena passa attraverso i boschi nella zona carsica
di San Dorligo della Valle per arrivare nella città di Dolina

I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
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I silos di Trieste, edifici fatiscenti adiacenti alla stazione ferroviaria dove i migranti si rifugiano per passare la notte prima di ripartire.
Lorena Fornasir fondatrice con il marito Gian Andrea Franchi dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza della stazione medicano 
le ferite dei migranti che hanno subito durante il lungo cammino sulla rotta balcanica
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Lorena Fornasir fondatrice con il marito Gian Andrea Franchi dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza della stazione medicano
le ferite dei migranti che hanno subito durante il lungo cammino sulla rotta balcanica
Lorena Fornasir fondatrice con il marito Gian Andrea Franchi dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza della stazione medicano 
le ferite dei migranti che hanno subito durante il lungo cammino sulla rotta balcanica
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Lorena Fornasir fondatrice con il marito Gian Andrea Franchi dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza della stazione medicano
le ferite dei migranti che hanno subito durante il lungo cammino sulla rotta balcanica
Lorena Fornasir fondatrice con il marito Gian Andrea Franchi dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza della stazione medicano 
le ferite dei migranti che hanno subito durante il lungo cammino sulla rotta balcanica
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Lorena Fornasir fondatrice con il marito Gian Andrea Franchi dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza della stazione medicano
le ferite dei migranti che hanno subito durante il lungo cammino sulla rotta balcanica
I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti 
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
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I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
Lorena Fornasir fondatrice con il marito Gian Andrea Franchi dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza della stazione medicano 
le ferite dei migranti che hanno subito durante il lungo cammino sulla rotta balcanica
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Lorena Fornasir fondatrice con il marito Gian Andrea Franchi dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza della stazione medicano
le ferite dei migranti che hanno subito durante il lungo cammino sulla rotta balcanica
I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti 
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
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I volontari dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza antistante alla stazione ferroviaria medicano le ferite dei migranti
che hanno subito durante il lungo cammino per attraversare la rotta balcanica
Trieste, migranti entrati illegalmente sul territorio italiano attraversando al rotta balcanica. Distribuzione di vestiario e scarpe ai migranti da parte dei volontari 
dell’Associazione Linea d’Ombra
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Trieste, migranti entrati illegalmente sul territorio italiano attraversando al rotta balcanica. Distribuzione di vestiario e scarpe ai migranti da parte dei volontari
dell’Associazione Linea d’Ombra
Trieste, migranti entrati illegalmente sul territorio italiano attraversando al rotta balcanica. Distribuzione di vestiario e scarpe ai migranti da parte dei volontari 
dell’Associazione Linea d’Ombra
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Trieste, migranti entrati illegalmente sul territorio italiano attraversando al rotta balcanica. Distribuzione di vestiario e scarpe ai migranti da parte dei volontari
dell’Associazione Linea d’Ombra
Trieste, migranti entrati illegalmente sul territorio italiano attraversando al rotta balcanica. Distribuzione di vestiario e scarpe ai migranti da parte dei volontari 
dell’Associazione Linea d’Ombra
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Trieste, migranti entrati illegalmente sul territorio italiano attraversando al rotta balcanica. Distribuzione di vestiario e scarpe ai migranti da parte dei volontari
dell’Associazione Linea d’Ombra
Lorena Fornasir fondatrice con il marito Gian Andrea Franchi dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza della stazione medicano 
le ferite dei migranti che hanno subito durante il lungo cammino sulla rotta balcanica
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Lorena Fornasir fondatrice con il marito Gian Andrea Franchi dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza della stazione medicano
le ferite dei migranti che hanno subito durante il lungo cammino sulla rotta balcanica
Lorena Fornasir fondatrice con il marito Gian Andrea Franchi dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza della stazione medicano 
le ferite dei migranti che hanno subito durante il lungo cammino sulla rotta balcanica
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Lorena Fornasir fondatrice con il marito Gian Andrea Franchi dell’Associazione di Trieste Linea d’Ombra tutti i giorni nella piazza della stazione medicano
le ferite dei migranti che hanno subito durante il lungo cammino sulla rotta balcanica
Trieste, migranti entrati in Italia attraversando al rotta balcanica.
Una giovane famiglia afgana con due figli nati durante il lungo viaggio di 5 anni dalla partenza da Kunduz in Afghanistan
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Trieste, migranti entrati in Italia attraversando al rotta balcanica.
Una giovane famiglia afgana con due figli nati durante il lungo viaggio di 5 anni dalla partenza da Kunduz in Afghanistan
Trieste, migranti entrati in Italia attraversando al rotta balcanica.
Una giovane famiglia afgana con due figli nati durante il lungo viaggio di 5 anni dalla partenza da Kunduz in Afghanistan
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Trieste, migranti entrati in Italia attraversando al rotta balcanica.
Una giovane famiglia afgana con due figli nati durante il lungo viaggio di 5 anni dalla partenza da Kunduz in Afghanistan
Trieste, migranti entrati in Italia attraversando al rotta balcanica.
Una giovane famiglia afgana con due figli nati durante il lungo viaggio di 5 anni dalla partenza da Kunduz in Afghanistan
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Trieste, migranti entrati in Italia attraversando al rotta balcanica.
Una giovane famiglia afgana con due figli nati durante il lungo viaggio di 5 anni dalla partenza da Kunduz in Afghanistan
Trieste, migranti entrati in Italia attraversando al rotta balcanica.
Una giovane famiglia afgana con due figli nati durante il lungo viaggio di 5 anni dalla partenza da Kunduz in Afghanistan
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Trieste, migranti entrati in Italia attraversando al rotta balcanica.
Una giovane famiglia afgana con due figli nati durante il lungo viaggio di 5 anni dalla partenza da Kunduz in Afghanistan
Trieste, Lorena Fornasir con il marito Gian Andrea Franchi fondatori dell'Associazione Linea d'Ombra
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Trieste, Lorena Fornasir con il marito Gian Andrea Franchi fondatori dell'Associazione Linea d'Ombra
Trieste, Lorena Fornasir con il marito Gian Andrea Franchi fondatori dell'Associazione Linea d'Ombra
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Trieste, Lorena Fornasir con il marito Gian Andrea Franchi fondatori dell'Associazione Linea d'Ombra
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